Funzione religiosa a Napoli
La celebrazione antimeridiana è stata presieduta da Padre Innocenzo Cuniglio, coadiuvato dai novizi Ignazio e Sabatino, rispettivamente per il servizio liturgico e per i canti.
La cerimonia è stata ben preparata da Padre Innocenzo e dai suoi due novizi.
Nella Cappella, le spoglie del Santo erano state sistemate, dopo gli eventi legati al Centenario, celebrato lo scorso anno, in forma definitiva sul vecchio altare.
Sull’altare centrale erano state sistemate la teca col sangue del Santo, il calice appartenuto al Santo e alcuni paramenti liturgici con le immagini del Santo. Il Messale usato è stato quello che i Teatini usano per i loro santi, aperto nella sezione dedicata a sant’Andrea Avellino.
La Cappella che fu, per tanti anni, luogo delle celebrazioni di Padre Andrea Avellino, Santo e Sacerdote, e dove il 10 novembre 1608 cadde riverso mentre si accingeva a recitare il salmo Salirò all’altare di Dio, era tutta illuminata. Con la presenza, al suo interno, di ex voto, di doni portati da pellegrini venuti lo scorso anno da tutto il mondo per pregare davanti alle sue Sacre Spoglie, di lavori realizzati da artisti per alcuni Concorsi dedicati al Santo, con la visibile presenza, nell’atrio di accesso alla Sagrestia, del quadro dedicato al Martirio di sant’Andrea Apostolo, davanti al quale il 30 novembre 1556, vestì gli abiti del noviziato e cambiò il suo nome di Lancillotto con quello dell’Apostolo Andrea, la Cappella emanava un’atmosfera particolare.
Il pensiero che quello era il luogo dal quale il Santo teatino era partito per Salire all’altare di Dio, a coronamento del suo lungo apostolato sulla terra, interamente dedicato a Dio, ci faceva vivere una intensa emozione.
L’omelia di padre Innocenzo, lucano come il Santo, e a lui devoto, è stata molto sentita. Ha messo in evidenza le tappe fondamentali della vita del Santo e il ruolo svolto all’interno della Chiesa post tridentina.
Subito dopo la benedizione, c’è stato l’intervento di un miracolato per intercessione di sant’Andrea Avellino.
Alessandro Guerritore, appartenuto al gruppo dei giovani fondato da Padre Bernardo Laugeni (scomparso l’anno scorso) quando era Preposito delle Basilica di San Paolo Maggiore, ha voluto testimoniare la protezione del Santo in un incidente automobilistico avvenuto anni fa.
Lui conosceva bene sant’Andrea Avellino, grazie agli insegnamenti di Padre Bernardo che, grande devoto e studioso del Santo, coglieva ogni occasione per parlarne e trasmetterne gli insegnamenti.
A conclusione della Santa Messa i fedeli presenti hanno baciato la teca contenente le ampolle del sangue del Santo.
Nicola Arbia